Un viaggio a ritroso nel tempo, un miracolo della tecnologia è Caracalla IV dimensione, che da oggi trasforma il complesso termale voluto da Marco Aurelio nel primo grande sito archeologico italiano interamente fruibile in 3D.

Le Terme di Caracalla, nei secoli hanno rappresentato una miniera di tesori a cielo aperto, depredati e finiti in palazzi, chiese, persino piazze. A Roma due grandi vasche di granito sono le spettacolari protagoniste di piazza Farnese, mentre le colonne della Biblioteca delle Terme si trovano dal XII secolo a santa Maria in Trastevere. L’Ercole, il Toro Farnese e la vasca in porfido rosso del Frigidarium sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il secondo Ercole è alla Reggia di Caserta.
Nel visore in 3D appare tutto ricollocato al proprio posto, nella ricostruzione delle Terme come apparivano nel 216 dopo Cristo al momento dell’inaugurazione.
Le acque dell’immensa Natatio che tornano a muoversi, cristalline, tra marmi preziosi, colonne, capitelli le statue perdute delle 156 nicchie; lo splendore dell’immensa sala del Frigidarium che ritrova le magnifiche volte alte più di cinquanta metri, i lucidi pavimenti intarsiati e la grande fontana rossa; la superba palestra con la grande statua del Toro Farnese, che dopo secoli sembra magicamente tornata al suo posto.
E così i mosaici dei pavimenti, le finestre, i soffitti a cassettoni sopra le volte alte cinquanta metri.
In tutta la loro spettacolarità, le Terme di Caracalla tornano a vivere e a raccontarsi ai turisti, grazie a un visore di ultimissima generazione – è la prima volta in Italia per un sito archeologico – che da domani permetterà di visitarle vedendole ricostruite in tutta la magnificenza degli ambienti, con le immagini reali di colonne, statue, fontane che soprattutto nel Rinascimento sono state disperse nelle piazze e nei palazzi nobiliari di tutta Italia. “In pratica la possibilità per tutti di fare un viaggio a ritroso nel tempo”, sottolinea il soprintendente Francesco Prosperetti.

Alle immagini virtuali tout court, si aggiungono “immagini vere, riprodotte in tre dimensioni, di statue, oggetti, particolari architettonici che non sono più nel sito e che tornano a Caracalla per questo progetto innovativo”, spiega il soprintendente.

Un lavoro lungo e complesso che, grazie anche a rilievi, fotogrammetrie e scansioni laser, ha reso possibile la realizzazione di un modello in tre dimensioni il più possibile fedele all’originale, dove ogni elemento, dalle forme ai colori, nasce da un meticoloso processo di ricostruzione.
Semplici comandi gestibili con un unico pulsante, un visore dotato di software di georeferenziazione che accede alle immagini tridimensionali delle terme “com’erano” e riproduce i luoghi dove si trova il visitatore in una prospettiva immersiva, coprendo cioè tutto il campo visivo, hanno reso possibile tutto ciò.
Una tecnologia che sarà utilizzata a breve anche al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove grandi opere d’arte dell’antichità, come lo stesso Toro Farnese, saranno visibili all’interno dei contesti originari.

Si tratta di “un’iniziativa dalla forte valenza sperimentale”, ha spiegato Prosperetti: “Se c’è un luogo adatto a restituire la grandiosità dell’antico con le tecnologie è proprio questo”.

 

Elisa Sergio

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